“Come una specie di vertigine”, con l’omaggio del Premio Ubu Mario Perrotta a Italo Calvino torna da Zō la rassegna teatrale AltreScene

“Come una specie di vertigine”, con l’omaggio del Premio Ubu Mario Perrotta a Italo Calvino torna da Zō la rassegna teatrale AltreScene

Dal 7 ottobre (in scena “Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la libertà” di e con Mario Perrotta), è pronto al varo AltreScene, il nuovo cartellone di teatro contemporaneo di Zō Centro Culture Contemporanee di Catania, sempre al primo posto nella graduatoria del Ministero della Cultura degli organismi di programmazione multidisciplinare

Terminata l’attività nello spazio estivo all’aperto, le attività di Zō Centro culture contemporanee di Catania ripartono “indoor” da AltreScene, la rassegna di teatro contemporaneo che quest’anno al tradizionale concetto di multidisciplinarietà associa un focus sul teatro di narrazione: «Come sempre in controtendenza – spiega l’attrice Pamela Toscano che è anche project manager di Zō -, mentre altri corrono verso il virtuale noi recuperiamo la centralità dei contenuti e l’aspetto onirico del racconto». L’abbonamento ad AltreScene costa € 130, ridotto studenti € 90, e si può acquistare negli uffici di piazzale Rocco Chinnici 6 a Catania dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13, tel 0958168912.

Si inizia sabato 7 ottobre con “Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la libertà” scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta, una co-produzione Permar Compagnia Mario Perrotta con Emilia Romagna Teatro ERT, un omaggio dell’attore, drammaturgo e regista leccese (premio Ubu nel 2022 come miglior nuovo testo/scrittura drammaturgica per “Dei figli”) a Italo Calvino nel centenario della nascita.

Mario Perrotta in “Come una specie di vertigine”, foto di Luigi Burroni

In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. È la sua anima che fa spettacolo. Tra i tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo oggi, però, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. E la cerca, la libertà, tra le pagine delle opere del “signor Calvino Italo”, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi, “scalvinando” quelle opere a suo uso e consumo.

Mario Perrotta in “Come una specie di vertigine”, foto di Luigi Burroni

Mario Perrotta: «Il personaggio in scena è un abitante del Cottolengo, il Nano del romanzo autobiografico “La giornata d’uno scrutatore”, personaggio cui Calvino dedica una sola pagina se pur memorabile. Ho scelto lui e ne ho immaginato tutta l’esistenza – esistenza che Calvino non ci racconta – proprio perché il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà e il Nano del romanZō ne è totalmente privo. E torno così alle ragioni prime del mio progetto: non certo uno spettacolo su Calvino, ma uno spettacolo sulla libertà, sull’autodeterminazione, tema che occupa da molto tempo i miei pensieri sull’uomo in quanto animale sociale e sulle storture che mi fastidiano nel nostro convivere quotidiano. Parto, quindi, dalla sua condizione antitetica di disabile totale per parlare della condizione di noi “abili” che la libertà la sprechiamo ogni giorno. E affondo le mani liberamente negli altri scritti di Calvino “scalvinandoli”, scompigliandoli e ricomponendoli, così come serve al Nano per procedere nella sua serata di spettacolo. Ne è venuto fuori uno spettacolo profondamente mio che – al contempo – mi sembra rispettare nella sua sostanza profonda la lezione calviniana sulla libertà. Un omaggio personalissimo a un autore che ha saputo modellare la mia visione delle cose del mondo».

Gli altri appuntamenti di AltreScene

AltreScene prosegue il 13 ottobre con la fiaba multimediale “Via dei Cappelli” di Bruna Bonanno con Martina Consolo e Alexander Toscano, performance finale del progetto Ecdisi, residenza di creazione supportata dalla Regione Siciliana, una produzione Zō centro culture contemporanee e Culture Possibili, affresco fantastico su storie di Zōlfare e Zōlfatai che si collega alla nuova edizione di “Cantieri in movimento – Industriale Heritage Soundscapes”, sul passato industriale (ex raffineria di Zōlfo) della sede di Zō.

L’11 novembre va in scena “10 Kg”, regia di Antonella Amirante dal romanZō di Lau Nova, una co-produzione fra la francese CIE Anteprima, Zō centro culture contemporanee e Teatro delle Briciole di Parma con Pamela Toscano e Eva Blanchard in scena. La piéce è tratta da una storia vera e narra il percorso inaspettato di un’adolescente borghese e atea che abbandona le radici per diventare la terza moglie di un’integralista islamico e il percorso della madre che cerca di mantenere il legame con la figlia.

Pamela Toscano e Eva Blanchard in “10 kg”

Il 2 dicembre torna da Zō la torinese Stalker Teatro con “Alter”, un viaggio emozionante nell’arte contemporanea.

Il 9 dicembre un altro gradito ritorno a AltreScene, l’attore romano Roberto Latini in “Venere e Adone. Siamo della stessa mancanza di cui son fatti i sogni”, storia di ferite mortali, di baci sconfitti che non sanno, non riescono a farsi corazza.

Roberto Latini in “Venere e Adone”

Il 23 dicembre è in calendario uno spettacolo “apparentemente” per bambini, “Anapoda” di e con Federica Aloisio e Sabrina Vicari, un mondo ribaltato nel quale il cielo diviene pavimento in una illusoria percezione del corpo. Toscano: «Una fiaba potente sulla tutela dell’ambiente».

Nel 2024 AltreScene riparte il 27 gennaio con “Nives”, dal romanZō di Sacha Naspini con Sara Donzelli e Graziano Piazza, premiato recentemente come miglior attore non protagonista alle Maschere del teatro. Gli spettatori – in cuffia – vengono immersi in un ascolto intimo di una telefonata notturna. Tra riletture di fatti lontani nel tempo e vecchi rancori si scoprono gli abissi di amori perduti.

Graziano Piazza e Sara Donzelli in “Nives”

L’11 febbraio, ancora uno spettacolo per tutte le età, “Circo Capovolto” di Andrea Lupo tratto dal romanZō di Milena Magnaniregia. Branko Hrabal in fuga dall’Ungheria si rifugia in un campo rom in Italia. Porta con sé quel che rimane del famoso circo ereditato dal nonno. Un gruppo di bambini curiosi lo obbligano a raccontare la storia di quel circo.

Il 3 marzo un altro importante ritorno per AltreScene. Marta Cusucunà porta in scena “E’ bello vivere liberi!”, ispirato alla biografia di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana d’Italia e deportata ad Auschwitz. Uno spettacolo per riappropriarci della gioia, delle risate, delle speranze dei partigiani e riscoprire l’atmosfera vitale e vertiginosa di quel periodo della nostra storia.

Marta Cuscunà e i suoi pupazzi in “E’ bello vivere liberi!”

Il 6 aprile “Geppetto 201”, tratto dal romanzo di Fabio Stassi “Mastro Geppetto”, è una sorta di rivisitazione psicologica di Pinocchio. Con la regia di Elisa Canessa, Federico Dimitri e Andrea Noce Noseda partono dai quesiti: e se Pinocchio non esistesse? Geppetto è un pazzo?! Può darsi ma il suo inseguire un figlio che non esiste ci parla della luminosa resistenza di chi ha votato la propria vita ad un sogno.

Federico Dimitri in “Geppetto 201”

Domenica 5 maggio, AltreScene 2023-2024 chiude con “Felicia” di e con Stefania Ventura e Quinzio Quiescenti, marionetta ibrida Giorgia Goldoni, liberamente ispirato all’albo illustrato di Lisa Biggi e Monica Barengo. In questa storia fatta di animali del bosco e una strega, Felicia, i concetti di “vittime” e “carnefici” si confondono per poi dissolversi e il pubblico farà un intenso viaggio di scoperta.

Zō primo nella gradutatoria multidisciplinare del Ministero della Cultura

Anche per il 2023 Zō Centro culture contemporanee di Catania è il primo nella graduatoria degli organismi di programmazione multidisciplinari di fascia A del Fondo nazionale per lo spettacolo della Direzione generale dello spettacolo del Ministero della Cultura. Sergio Zinna, direttore di Zō: «La graduatoria nazionale del Ministero ovviamente fa molto piacere e ci ricompensa in parte delle fatiche e difficoltà che abbiamo dovuto affrontare per realizzare negli anni una factory innovativa nel panorama nazionale, spazio indipendente per la programmazione e la produzione di progetti artistici multidisciplinari. Un successo siciliano ancora più importante in quanto attivo su una struttura pubblica, di proprietà del Comune di Catania, riconvertita per fini culturali dall’Associazione Zo che la gestisce dal 2001 valorizzando l’aspetto immateriale, la sua identità storica e culturale e curandone gli aspetti architettonici e materiali dell’edificio. A tal proposito va evidenziato che stiamo portando a compimento un progetto di efficientamento energetico dell’immobile, con un investimento di oltre € 300 mila, attraverso il Bando del PNNR – Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo che l’Associazione Zo ha vinto negli scorsi mesi. Risorse procacciate grazie ad una competenza che abbiamo maturato negli anni e che vanno a beneficio di un immobile di proprietà pubblica».

Zō Centro culture contemporanee di Catania