Dal colera al Covid-19, ‘U Contra di Martoglio diventa spettacolo “antropologico” su Catania

Dal colera al Covid-19, ‘U Contra di Martoglio diventa spettacolo “antropologico” su Catania

Dal 30 luglio al 6 settembre al Giardino Pippo Fava “U’ Vaccinu”, una riscrittura contemporanea di Elio Gimbo per Fabbricateatro della commedia martogliana del 1918, trasposta dalla Civita all’odierna San Cristoforo nei giorni della pandemia da Coronavirus. Elio Gimbo: «Il teatro diventa prezioso quando non c’è più. Tocca a noi difenderlo»

In un momento in cui il teatro va a braccetto con l’incertezza, c’è chi non teme di trovare il comico in un dramma collettivo, e anzi lo utilizza come un microscopio per analizzare i dettagli dei comportamenti sociali di un popolo. E’ questa l’eredità che la Compagnia Fabbricateatro raccoglie da Nino Martoglio, l’autore etneo a cui dedicano un costante lavoro di rilettura e rivalutazione storica e ideologica. E dopo i mesi di stop forzato a causa della pandemia, nello splendido Giardino Pippo Fava, oasi verde nel cuore del centro storico catanese, all’ombra della secolare magnolia, si riparte proprio da un’opera di Martoglio, una delle ultime scritte dall’autore etneo, e che meglio rappresenta il suo rapporto con Catania.  Giovedì 30 luglio alle ore 21.15 nella villetta di fine ottocento di via Caronda 82 debutta “’U Vaccinu” (prenotazioni al nr 347 3637379, repliche fino al 6 settembre), una riscrittura in chiave contemporanea de ‘U Contra, commedia scritta da Martoglio nel 1918 e dedicata agli effetti dell’epidemia di colera del 1887 sul sottoproletariato catanese.

Nella foto di Gianni Nicotra, in piedi da sinistra, Sabrina Tellico, Paola Collorafi, Cinzia Caminiti e Carmelo Zuccaro. In ginocchio Savì Manna

«Seguendo il canone stilistico del “realismo dialettico”, da noi applicato a Martoglio – scrive Elio Gimbo nelle note di regia – abbiamo traslato l’epoca lasciando immutati i riferimenti di classe. Ne viene fuori uno spettacolo sul Covid-19 ma anche uno spettacolo “antropologico” su Catania.  U vaccinu è una reazione al pessimismo del nostro ambiente circa le possibilità di riprendere l’attività teatrale applicando le misure cautelative, allo scetticismo sulle capacità del teatro di raccontare la società nell’era del Covid-19, alla paura del pubblico verso gli spazi teatrali, al pregiudizio secondo il quale è impossibile affrontare una tragedia collettiva con il registro del comico».

Ed ecco che la commedia di Martoglio, originariamente ambientata alla Civita, si sposta a San Cristoforo, tra neomelodici e zumba, dove il piccolo spaccio che si cela dietro alle quarare di pasta ca triaca fanno da scenario, tanto grottesco quanto realistico, alla vicenda che ha per protagonista Don Procopio, interpretato da Savì Manna. Al suo fianco Cinzia Caminiti nel ruolo di Zia Saridda, Carmelo Zuccaro in quello Don Cocimo Benanti, Sabrina Tellico è Zia Ciccia, Daniele Scalia Don Pietro, Marco Cambiano il dottore, Alessandro Chiaramonte Peppino, Paola Collorafi è Donna Concetta, Francesca Coppolino Agatella, Carmelo Incardona Pippo, William Signorelli Nitto e Marilena Spartà Betta.

«La pandemia ci ha colto in un momento in cui avevamo allargato la nostra piccola comunità affiancando al nucleo storico la presenza di otto giovani attori in formazione – continua Gimbo -. Riprendere questo processo interrotto è stato come riaccendere un fuoco spento da acqua gelata, così abbiamo atteso che la legna si asciugasse. Come se non bastasse abbiamo anche voluto che sul nostro peschereccio salissero nuovi marinai a completare l’equipaggio, e con gioia abbiamo accolto l’impegno e il lavoro prezioso di Savì Manna e Carmelo Zuccaro.

Oggi non ci spaventano le difficoltà – pur notevoli – del momento contingente, ma semplicemente ci rimbocchiamo le maniche come sempre ha fatto il popolo del teatro. Ridotto all’osso, il nostro mestiere prevede costantemente continue ripartenze, e questa sarà una delle più affascinanti proprio per la sua incertezza. Non rinunciamo quindi a fare, una volta di più, ciò che abbiamo sempre fatto: piantare ali nell’immaginazione dei nostri spettatori; offrire, a chi viene a trovarci, il rifugio di un’esperienza tutta mentale. Riprendiamo il mare con l’umiltà orgogliosa di chi è consapevole che, messa alle strette, la società potrebbe benissimo fare a meno del teatro, che esso in fondo è necessario soltanto a chi sceglie di praticarlo come ragione di vita. Perché il teatro, come la democrazia e la salute, diventa prezioso solo quando non c’è più. Per questo motivo tocca a noi tutti difenderlo».

Nella foto di Gianni Nicotra, in primo piano Alessandro Chiaramonte e Paola Collorafi; in secondo piano, da sinistra Cinzia Caminiti, Francesca Coppolino, Savi Manna

 

‘U vaccinu

Con Cinzia Caminiti, Savì Manna, Carmelo Zuccaro, Sabrina Tellico, Daniele Scalia, Marco Cambiano, Alessandro Chiaramonte, Paola Collorafi, Francesca Coppolino, Carmelo Incardona, William Signorelli, Marilena Spartà

Regia Elio Gimbo

Aiuto regia Nicoletta Nicotra

Luci e fonica Simone Raimondo

Impianto scenico Bernardo Perrone

 

Anteprima riservata alla stampa: martedì 28 luglio ore 20.30

Prima: Giovedì 30 luglio ore 21.15

 

Repliche
Luglio: venerdì 31

Agosto: Sabato 1, domenica 2, mercoledì 5, venerdì 7, sabato 8, domenica 9, mercoledì 19, venerdì 21, domenica 23, mercoledì 26, giovedì 27, venerdì 28, sabato 29, domenica 30

Settembre: giovedì 3, venerdì 4, sabato 5, domenica 6

 

Biglietto: 10 euro

 

Fabbricateatro informa che lo spettacolo sarà messo in scena nel pieno rispetto della normativa anti Covid-19. Per l’ingresso (costo del biglietto € 10) è consigliata la prenotazione al nr 347 3637379 (su cui è attivo anche  WhatsApp ) perché i posti sono limitati. E’ obbligatorio utilizzare la mascherina in ingresso e in uscita. E’ consigliato l’acquisto dei biglietti on line, ma sarà comunque possibile acquistarli in loco. E’ comunque necessario effettuare la registrazione dei propri dati: on line alla pagina https://forms.gle/MVbd4gDMQwpiXZAy5 , oppure consegnando l’apposito modulo già compilato in ogni sua parte all’ingresso. L’organizzazione raccomanda di mantenere una distanza di almeno un metro in fila al botteghino e ai servizi.